Le note teologiche (positive o negative)

Le note teologiche sono valutazioni di proposizioni dottrinali (vere o false) date dai teologi o, in determinate circostanze, dal Magistero ecclesiastico, al fine di precisare il grado di certezza che è possibile raggiungere nel riconoscere la loro concordanza o la loro contraddizione con la dottrina della rivelazione divina. La loro formulazione è breve e incisiva. Non sono raccolte in un sistema vincolante, né vengono intese sempre e dovunque allo stesso modo.

A seconda che la proposizione in esame vada riconosciuta esatta o falsa ci sono note positive o negative, quest’ultime dette anche censure

Qui intendiamo accennare solo alle più importanti:

Una proposizione è “di fede divina” (de fide divina) quando è contenuta in tutta chiarezza ed esplicitezza nelle fonti della fede assolutamente vincolanti (l’opposto è: errore nella fede divina).



- Quando la proposizione è riconosciuta tale anche dal Magistero della Chiesa, esso è detto “di fede divina e cattolica” (de fide divina et catholica) e il suo contrario è: formalmente eretico.

- Quando la proposizione è per di più definita anche dal Magistero straordinario (papa, concilio), diventa “di fede definita” (de fide definita).



- “Di fede ecclesiastica” (de fide ecclesiastica) è una proposizione che come tale non è considerata direttamente rivelata da Dio, ma garantita dal Magistero infallibile della Chiesa. Il contrario è: errore nella fede della Chiesa

- Una dottrina “prossima alla fede” (fidei proximum) è quella che normalmente viene considerata verità contenuta nella rivelazione, ma che la Chiesa non ha ancora proclamato esplicitamente e definitivamente come tale (il contrario è: sospetto di eresia). 

- “Teologicamente certa” (theologice certum) è una proposizione sulla cui verità è presenza nella rivelazione o necessario rapporto con essa il Magistero ecclesiastico non si è ancora dichiarato in maniera definita ed esplicita, la cui negazione però sarebbe assai contestabile oppure, secondo il giudizio più o meno unanime dei teologi, significherebbe rifiuto o minaccia indiretta per una verità di fede (conclusioni teologiche di diversa specie). L’opposto è proposizione errata o temeraria; errore teologico

- Altre note di minor importanza si comprendono da sole: dottrina comune tra i teologi, opinione probabile, opinione “pia”, opinione tollerata, parere probabile, concezione che offende il sentimento religioso, opinione insidiosa o sollevante scandalo, etc

Concludendo, la finalità ultima che si persegue con le note teologiche è quella di difendere la fede e di evitare che si ingeneri confusione tra la vera rivelazione divina e le opinioni dei teologi.


In
 Sisto Cartechini S.I., Dall’opinione al Domma. Valore delle Note Teologiche, Roma: Civiltà Cattolica, 1953 (con imprimatur), troviamo una schema esemplificativo:





































Molto interessante è la spiegazione più recente delle note teologiche, data dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1998 dall'allora Prefetto Card. Joseph Ratzinger, nella Nota dottrinale illustrativa della formula conclusiva della Professio fideiPossiamo trovare il testo completo cliccando qui.




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